Max Bi – Brothers
Brothers – 2019
acciaio ritorto e smalto
cm 61.5x30x15
Max Bi nasce nel 1973 a Brescia, dove vive e lavora.
Laureato in legge, affianca l’attività di stimato avvocato penalista con la passione per l’arte. Una sorta di eclettismo
che lo porta dagli anni 90 a un personale esercizio di interpretazione della realtà tramite la pratica artistica. Fine
conoscitore della storia dell’arte e dei Maestri del contemporaneo attua un costante e personalissimo citazionismo
che lo stimola a sperimentare continuamente, dalla proiezione dell’immagine su tela emulsionata a graffiti tribali
composti con addensamenti di sabbia, quarzite e polvere di alluminio, dai grafismi calligrafici dei writers a stencil
o con la bomboletta spray al collage. Veloce nel rielaborare ogni immagine che possa incarnare in qualche modo
un proprio vissuto, ugualmente la tratta come icona: dai paesaggi urbani agli eroi pop del mondo dei cartoons, dal
segno forte e gestuale alla sovrapposizione di grafemi e immagini. In questo eclettismo di matrice informale per
l’impasto e pop per la sovrapposizione dei linguaggi, riesce comunque a mantenere una cifra stilistica difficile da
verbalizzare ma che subito l’occhio riconosce. Del 2004 è il suo innamoramento per la scultura e la frequentazione in
Toscana del maestro pientino Piero Sbarluzzi da cui apprende la tecnica di lavorazione della terracotta, circondato
da intellettuali come Mario Luzi e artisti come Enrico Paolucci. Vincitore nel 2006 del Premio Homo Urbanus, Facoltà
di Architettura di Palermo, è finalista nello stesso anno del Premio Celeste San Gimignano e del concorso Silent
Art Movies di Aosta, per la realizzazione di un manifesto per il festival del cinema muto. Tra le ultime personali si
ricordano Umanità e post-Umanità, Torre Civica di Piazza Castello, Solferino-Mantova (2006); I love my tags, Galleria
44, Genova (2007); Mille Miglia d’Arte, Museo di Santa Giulia, Brescia (2009); Urban Waves, Sala della Pilotta, Parma
(2011); Max Bi la dolce vita, Galerie Les Caracoles, Parigi (2012); Crittografie, Colossi Arte Contemporanea, Brescia
(2018). Tra le collettive: Marilyn Monroe e l’arte della bellezza, Museo Villa Ponti, Arona (2010); la mostra per il 150°
dell’Unità d’Italia, Grattacielo Pirelli, Milano (2011); Animals, Galleria Davico, Torino (2015); Italian News, Chair and
the Maiden Gallery, SoHo-New York (2015); Alfabeto, Galleria Gattafame, Bernareggio-Milano (2017); Quante storie
sulla luna, Colossi Arte Contemporanea, Brescia (2019). Dal 2013 al 2019 partecipa a tutte le edizioni di Velarte,
Campione del Garda, a cura di Francesca Baboni e Stefano Taddei.