Fernando Picenni – Spazio telato di forme maculato
Spazio telato di forme maculato – 2009
acrilico su tela su cartone
cm 30X30
Fernando Picenni nasce a Bergamo nel 1929.
Comincia a dipingere giovanissimo e dopo l’esordio come poeta (attività che non ha mai tralasciato, spesso
utilizzando i versi come titoli delle sue opere), inizia giovanissimo a dipingere dedicandosi interamente alla pittura
dal 1959. Sono gli anni della frequentazione del Bar Jamaica con Piero Manzoni, Enrico Castellani, Tancredi,
dell’attrazione per Sironi e per la sofferta ricerca plastica Nicolas De Staël. Stringe profonda amicizia con Gianfranco
Ferroni e Dadamaino. Nello stesso 1959 Franco Russoli vede per la prima volta le sue opere, nello studio di via
Bigli, affacciato su via Montenapoleone, e ne diviene grande estimatore. Dopo alcune mostre collettive, tra cui la
partecipazione all’ambitissimo Premio San Fedele, la prima mostra personale è nel 1961 al Salone Annunciata
di Milano, con un catalogo curato da Emilio Tadini. Tra i visitatori della mostra ci sono Emilio Scanavino, Enrico
Castellani, Dadamaino e Lucio Fontana (che gli compra alcuni dipinti). Tra il 1968 e il 1970 scrivono di lui Mario
de Micheli e Vittorio Fagone. Nel 1970 è invitato alla Mostra Pittura 70. L’Immagine Attiva alla Casa del Mantegna
di Mantova, con altri artisti, tra cui Mario Raciti e Valentino Vago. In questi anni alla Galleria Falchi, frequenta
assiduamente gli artisti Ben Ormenese, Felice Canonico e Paolo Conti. Nel 1975, in occasione della mostra alla
Galleria L’Informazione Visiva di Roma, Cesare Vivaldi scrive di una pittura essenzialmente lirica. Tra il 1976 e il
1977 l’arte di Picenni vira verso l’astrazione geometrica, fino alla realizzazione tra il 1978 e il 1983 delle Costruzioni,
ciclo che riprenderà successivamente tra il 1995 e il 1998. Del 2006 è la grande antologica al Museo Nazionale di
Villa Pisani a Strà, del dicembre 2007 la mostra alla GAM Spazio Ex Pescherie di Cesena e del 2019 è la personale
Fernando Picenni. Le forme visibili della poesia a Palazzo Libera a Villalagarina, Trento. Sempre nel 2019 è tra i
protagonisti al Museo Archeologico di Aosta di Lucio Fontana. La sua lunga ombra, quelle tracce non cancellate,
mostra promossa dalla Regione Autonoma Valle D’Aosta a cura di Giovanni Granzotto e Leonardo Conti.